Chill’ è nu buon guaglion

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Cartine, accendini, sigarettttttteeeee!!!

Oggi Napoli ha un’icona mancante, una voce squillante, popolare e pittoresca che ha accompagnato le notti di tante, troppe generazioni, che almeno una volta, seduti al bar di piazza Bellini o dei Decumani, hanno udito o comprato un pacchetto di Marlboro da Valeria.

Personaggio eccentrico di una Napoli di altri tempi, una pietra miliare di libertà e personalità, da giovane attivista per i diritti omosessuali, lesbiche e transessuali, insomma, uno stile inconfondibile tanto che nel 1979 le valse la dedica di una delle canzoni più famose di Pino Daniele: “chill’ è nu’ buon guaglion”.  https://m.youtube.com/watch?v=Q7AhN4O0i-g

Si è spenta in un letto di ospedale, sola lontana dall’affetto dei suoi cari e con il ricordo del padre, maresciallo dei Carabinieri, che da giovane la fece arrestare perché trans.

Ha tappato per sempre le orecchie da tutti i molesti rumori, gli schiamazzi della movida napoletana e dagli sguardi misti di giudizio e nascosta ammirazione.

È volata via il corpo di Valeria, ma la sua figura resterà per sempre nel catalogo di quei personaggi che hanno raccontato, senza parlare, una delle tante sfaccettatura della città di Napoli.

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