È la dura legge della foto: chi fotografa, prima o poi, verrà fotografato.
Non meno di tre mesi fa, una donna, dall’aria affranta e stanca, trovava la pace dei sensi fotografando il playground antistante la scuola infantile D’Annunzio di Marcianise “rattoppato” dalla sua maggioranza politica.
Pochi minuti dopo, nello stesso luogo un soddisfatto uomo (decollato maggioranza ed atterrato opposizione), effettuava le medesime fotografie che ritraevano dei bambini che giocavano a calcio sul campo da basket. Ego paparazzato
Ed oggi??
La donna affranta forse avrà trovato la sua “dimensione sensoriale” in altri luoghi, mentre l’uomo soddisfatto è stato “paparazzato” dopo aver ripulito il campo da gioco ed i sogni del passate.
Ed i bambini che a quel tempo sono stati gli ignari protagonisti dello scatto inaspettato?
Beh, loro sanno che esiste una società vincitrice d’appalto pubblico che ha il compito di ripulire la città e gli spazi ricreativi e culturale.
Loro sanno che l’egocentrismo galoppante non ha mai unito una comunità, anzi l’ha resa sempre più frazionata e debole, esposta a colpi di testa programmati da singoli individui.
Ed infine, lo sanno che una comunità ha la possibilità di evolversi e far crescere le future classi dirigenti solo se progetta, crea e realizza strutture ricreative e culturali degne di durare nel tempo, formando giovani che potranno arricchire dapprima il patrimonio locale e successivamente quello Nazionale.
Una fotografia in primo piano immortala l’attimo, uno scatto panoramico crea e sviluppa una collettività.