Era già l’ora che volge il disio

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Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
lo dì c’han detto ai dolci amici, addio…

Ottavo Canto

L’inizio dell’ottavo canto della Divina Commedia di Dante Alighieri sembra combaciare con ciò che sta accadendo in questi giorni a Marcianise: l’azienda statunitense Jabil ha deciso di mollare i remi, lasciando a casa più di 400 lavoratori (clicca e leggi https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/addio-marcianise-jabil-chiude-definitivamente-mrfggvvq).

nuove sponde
Ovviamente, l’attracco verso nuove sponde più appetibili era nell’aria già da un pó di tempo e si formalizzerà il 30 aprile 2024.
incentivi

Infatti, già nel corso degli anni scorsi ci sono stati tagli al personale, incentivati con l’erogazione di importanti contributi (anche) statali.

Zona industriale obsoleta
Il 30 aprile si porrà fine a questa ennesima realtà industriale che abbandonerà (clicca e leggi Politica che?) l’ormai obsoleta e fatiscente zona industriale di Marcianise , un tempo fiore all’occhiello del Sud Italia.

Domanda
Il grande punto interrogativo è: a chi attribuire le colpe?

Politica Nazionale
Di certo, una buona fetta di responsabilità è da attribuire alla politica nazionale (clicca e leggi I partiti politici), la quale risulta incapace di incidere seriamente sul costo del lavoro e sulla capacità di attrarre e garantire la permanenza delle multinazionali in loco.

mercati e multinazionali

Va anche detto che, nell’era della tecnologia, della globalizzazione non regolamentata e dell’acquisto del debito pubblico statale, chi decide le sorti di una Nazione sono le grandi multinazionali ed il mercato, a discapito delle scelte programmatiche di politiche serie e visionarie, tra l’altro, non pervenute da anni.

Infine, ancora una volta si è stati spettatori dello sciacallaggio attuato dai colossi industriali, quest’ultimi veri avvoltoi delle risorse economiche statali, umane e territoriale, capaci di lasciare lunga la strada disoccupati, inquinamento, zone da bonificare e divieti di coltivare terreni, la vera fonte di ricchezza del nostro “ventre della vacca”.

Politica locale? 
e la politica locale che fa?

Niente, o poco più, a parte sfilare con i lavoratori in corteo e pubblicare fotografie dal balcone, non alza la voce verso i “capibastoni” locali seduti in Parlamento o in Regione per pretendere politiche di salvaguardia del territorio, non si impegna a creare di proprio pugno occasioni occupazioni capaci di rilanciare la Città, non convoca un tavolo serio e risolutivo con gli organi preposti per riorganizzare l’area industriale.

gli intrappolati

Insomma, avvolte le bandiere, gli unici che restano intrappolati alla deriva sono i lavoratori, costretti a trovare una nuova collocazione, molto probabilmente, lontano dal territorio natio.

 

 

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