28 anni fa or sono si spegneva Kurt Cobain, cantante dei Nirvana, stella della musica internazionale ed icona del genere musicale Grunge.
Uomo di inestimabile talento, voce dirompente e sofferente, i testi delle canzoni descrivevano i suoi stati d’animo fatti di paure, malinconia e depressione, frutto di un’infanzia poco felice e di un eccesso di sensibilità e fragilità che lo portarono a rifugiarsi tra dosi d’eroina e mix di farmaci.
Nonostante avesse raggiunto l’apice del successo, era terribilmente solo, tanto solo da non riuscire a sopportare le luci della ribalta che l’avevano incoronato re del Grunge da vivo e mostro sacro della musica rock da morto.
Tutti avranno ascoltato almeno una volta Smells like teen spirit o Polly, testi intramontabile scritti con la penna del cuore e capaci di solcare una traccia indelebile nell’animo dell’ascoltatore.
Da qualche anno di quanti artisti possiamo dire lo stesso? Chi riesce ad imprimere le stesse emozioni?
Sicuramente qualcuno di questa caratura esiste, anche nel panorama musicale italiano, ma è considerato di nicchia, petulante e poco orecchiabile a confronto delle solite note del momento, suoni scadenzati e poco riflessivi, specchio di questi anni vuoti e commerciali in cui siamo immersi e soffocati.
Kurt Cobain vive!!!