Marcianise è in un altro universo

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Trailer ufficiale del film La santa piccola, tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Restivo

La notizia ha fatto il giro del mondo ma, come spesso accade, Marcianise è situata in un altro universo. Mi riferisco alla presentazione del film La santa piccola alla biennale di Venezia 2021, tratto dall’omonimo romanzo del concittadino Vincenzo Restivo.

Nessuno sembra saperne nulla, nessuna dichiarazione di apprezzamento né un complimento, fosse anche di circostanza, da parte dei rappresentanti dell’amministrazione comunale.

È l’ennesima conferma che, a conti fatti, la creatività sembra non trovare casa tra gli intenti degli amministratori. A ben pensare l’opera letteraria del nostro prolifico concittadino, poi traslata sul grande schermo, sarebbe potuta essere un’occasione di rilancio per Marcianise che, nel corso degli anni, ha dato i natali ad altri esponenti dalla cultura, dell’arte, della scienza e dello sport, come ad esempio il filologo Federico Quercia, l’oncologa Anastasia Guerriero e il più recente campione olimpico Clemente Russo. Tuttavia, la nostra città ancora una volta è destinata a vivere un’ostinazione all’appiattimento generalizzato e alla smania delle vecchie cariatidi della politica locali di apparire in tv o sui social solo per autoreferenziarsi o per indignarsi dinanzi all’ennessimo episodio di cronaca nera.

Il prestigioso scrittore, autore di diversi romanzi e da tempo impegnato nella promozione e nell’ampliamento dei diritti umani, a mio modesto avviso, è un esempio da seguire perché fornisce lo sprono alla crescita della comunità e ha la capacità di appassionare tanti giovani al mondo della scrittura e dell’arte, di dare linfa alla creatività che potrebbe emergere dai nostri concittadini, ormai avvizzita e per nulla valorizzata nel nostro comune. Nel contempo, si creerebbe un’operazione sociale importante perché si innescherebbe un circolo virtuoso che sarebbe in grado di allontanare i ragazzi dall’inciviltà dei nostri tempi.

A mio avviso, tutto ciò può essere realizzato anche grazie a un risveglio dell’amministrazione comunale che, tra un selfie indignato su una fontana rotta e l’ennesimo battibecco tra le asfittiche aule consiliari, ha soprattutto il compito di promuovere la crescita culturale della propria comunità.

Un suggerimento per i nostri amministratori? Iniziamo a riconoscere il gran valore culturale apportato dal concittadino e, al contempo, promuoviamo l’arte e la cultura attraverso l’istituzione di nuovi centri culturali in grado di attirare e coltivare i giovani talenti.

Poi mi giro e mi rendo conto che, ancora oggi, non sappiamo apprezzare la bellezza che abbiamo ricevuto dai nostri avi: il centro storico è in balia del degrado, i monumenti sono abbandonati a se stessi e, come l’acqua che ha smesso di sgorgare dalle storiche fontane di Piazza Carità e Piazza Umberto I, siamo consumati da un’impietosa “siccità” culturale.

Meritiamo molto di più. Meritiamo di meglio.

Ringrazio Pasquale de Chiara che ha collaborato alla scrittura di questo articolo.

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