Assistenzialismo a sbafo

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Senza incorrere in demagogia inutile, ma cercando di centrare il problema, l’assistenzialismo a sbafo ha creato una notevole povertà culturale, calpestando i diritti di chi lavorando onestamente e dignitosamente onora le imposte richieste.

Non è mia assoluta intenzione negare il problema povertà che attanaglia molte famiglie, ma di far emergere (lo spero), l’ingiustizia sociale che, nel nome della equiparazione dei “diritti”, surclassa i ceti produttivi di questo Paese.

Sgombrato il campo dei soggetti che per menomazione di salute o perdita improvvisa del posto di lavoro si trovano a dover essere giustamente assistiti economicamente dalla collettività, c’è una buona fetta di persone che soffrono di povertà educativa e sociale dipesa da vizi (gioco d’azzardo, tossicodipendenza etc), affari illeciti e parassitismo, che rendono difficile la concezione della responsabilità lavorativa.
È lì che si concentra il populismo di certe componenti politiche che per accaparrarsi voti, iniettano nei mass media e successivamente in Gazzetta Ufficiale o in Regolamenti Comunali, provvedimenti legislativi atti ad incentivare sempre più lo snobismo lavorativo, alimentando così, l’assistenzialismo becero ed improduttivo.

Tali comportamenti normativi accrescono il vandalismo culturale ed i susseguenti effetti collaterali, primo tra tutti l’odio sociale tra chi produce e chi “siede sul divano”.

Credo che ormai, tramontata la stagione degli spot elettorali, sia giunto il momento di riformare seriamente i parametri di attribuzione di povertà assoluta (sacrosanta tutela per le fasce deboli) e mettere mano alla riforma fiscale, favorendo la meritocrazia e l’impegno per la creazione di posti di lavori capaci di dare una scossa culturale agli “svogliati”, e nel contempo restituire dignità a chi, tra mille difficoltà e preoccupazioni, lavora dignitosamente.

3 Commenti

  1. Sono perfettamente d’accordo. Bastava confermare il Rei ( reddito di integrazione) introdotto dai governi Renzi-Gentiloni . Bastava aumentare i finanziamenti in relazione alla platea delle persone bisognose.
    L’attuale rdc è stato ritenuto anche da Bankitalia un flop da eliminare non solamente per il numero delle truffe che si sono verificate, ma soprattutto perché non percepito da persone effettivamente bisognose ed anche perché le persone singole, in proporzione, percepiscono un bonus in misura superiore a nuclei familiari con prole.

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