Favola dei litiganti.

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C’erano una volta e ci sono tutt’ora due enti pubblici chiamami Consorzio della bonifica e amministrazione comunale di Marcianise.

Il primo, per concessione Statale e Regionale, interviene in materia di bonifica idraulica ed irrigazione, mentre il secondo amministra il territorio locale.

Orbene, un bel giorno il commissario del consorzio si sveglia e tira fuori dal cassetto impolverato un progetto chiamato giardini d’Europa (antico di 15 anni) che aveva l’arduo compito di riqualificare il canale artificiale dei regi lagni, senza però spiegare come avverrà la bonifica e come verrà successivamente controllato la salubrità del fiume.

Ciò nonostante, il commissario convoca, per soli fini partecipativi e non prettamente decisionali, i sindaci dei comuni che lambiscono i regi lagni.

A questo punto, l’amministrazione comunale con varie dichiarazioni cerca di arrogarsi il diritto di aver deciso le sorte di quello specchio d’acqua diventato da anni discarica a cielo aperto.

Quasi contemporaneamente rilancia, presentando o meglio riciclando il progetto ring verde (già finanziato 15 anni fa con 5 milioni di euro) con ulteriori richiesta di quasi 5 milioni di euro. Non contenti, viene presentato anche un altro progetto chiamato rigenerazione dei percorsi rurali da Santa veneranda ai regi lagni.

Gli importi stanziati arrivano dal residuo fondo per lo sviluppo e la coesione programma 2014-2020.

Ovviamente dalle dichiarazioni rilasciate e lette in questi giorni si confondono i ruoli ed i progetti, con il sol scopo di attirare finti meriti ed appeal.

Dal canto dell’amministrazione locale si evidenza la pochezza delle idee, poiché dopo aver sprecato un’immane quantità d’acqua per quel laghetto colabrodo ed aver piantato forse una dozzina di alberi, si chiedono altri 5 milioni di euro per fare cosa? Inoltre, la rigenerazione dei percorsi rurali a cosa serve se il verde pubblico in città vige in stato di abbandono, oltre che sono carenti i servizi pubblici essenziali?

Insomma, il triste epilogo della favola ci mette dinanzi agli ennesimi finanziamenti sprecati capaci solo di costruire altre cattedrali nel deserto destinati all’abbandono e all’incuria, senza creare strutture utili per i cittadini.

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